CAPITOLO 7 – L’AMORE DI COPPIA E LE SUE REGOLE

“Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e i due saranno una carne sola”
(Mc 10,7)

Finora ho parlato di amore nel senso più ampio, cioè di quella forza che ci spinge a fare del bene a tutti, dell’amore rivolto all’umanità intera o all’universo, come fratelli e sorelle di un’unica famiglia umana.

Ma la parola ‘amore’ racchiude più significati, e uno di questi è l’amore erotico, cioè quello che nasce e si sviluppa tra uomo e donna per attrazione sessuale, in quanto siamo esseri sessuati che si riproducono per l’unione tra un maschio ed una femmina. E’ la forma di amore più complessa e ingannevole che esista, poichè entra in gioco il de­siderio sessuale, con quell’istinto naturale che tende all’unione fisica. A differenza dell’amore universale è un amore esclusivo, cioè si rivolge verso una sola persona e non ad altre, richiede quindi l’esclusività. Infatti, l’amore erotico esige prerogative stretta­mente individuali, che esistono solo fra determinate persone, e non certo tra tutte. E’ esperienza comune il sentirsi attratti, non solo fisicamente, da una certa persona e non da un’altra, a volte senza riuscire a darsene una ragione.

C’è chi nel rapporto di coppia investe gran parte delle proprie energie vitali (per alcuni è un chiodo fisso nella mente), chi ne rimane deluso dopo aver coltivato esagerate aspettative, chi si illude di trovare nel partner la soluzione dei propri problemi esistenziali per ritrovarsi invece con dei problemi in più da affrontare. Alcuni rimangono segnati per sempre da esperienze amare di amore sviluppando un’avversità verso le persone dell’altro sesso, altri più fortunati trovano la persona giusta con cui trovano la giusta intesa e vanno d’accordo per condividere le gioie e i dolori per il resto della loro vita.

Vi domanderete: cosa avrà da insegnarci sulla vita di coppia un uomo che non è sposato e sulla sua carta d’identità come stato civile risulta ‘Libero’?

Innanzitutto sono anch’io un essere sessuato con un orientamento eterosessuale, cioè sono attratto anch’io dalle donne. E’ vero che non sono sposato ma ho vissuto esperienze di coppia da cui ho imparato molte cose, che provo a sintetizzare in alcune semplici regole da seguire per un rapporto che funzioni bene.

  • Non lasciarsi travolgere dalla passione. Non confondiamo l’innamoramento con l’amore. L’innamoramento è quel particolare stato di forte emozione ed improvvisa intimità che si può verificare quando due persone fino a quel momento sconosciute si scoprono e si rivelano l’una all’altra, provando da questo un immenso pia­cere. Passato un certo periodo (in genere basta qualche settimana o mese) questa passione travolgente tende a svanire e l’amore viene messo alla prova. Soprattutto quando si è più giovani e si ha meno autocontrollo si possono bruciare le tappe e fare l’amore senza conoscersi ancora bene. Soprattutto noi maschi per istinto siamo spinti fortemente all’atto sessuale, relegando in secondo piano l’aspetto sentimentale. Si rischia così di saltare la tappa della reciproca conoscenza profonda e dell’imparare ad amarsi veramente. In genere, a dettare i giusti tempi è la donna.
  • L’amore non è un sentimento a cui abbandonarsi ma richiede impegno costante. L’amore si impara vivendolo e alimentandolo costantemente con impegno e attenzione. E’ come una fiamma che brucia e quindi va costantemente alimentata, altrimenti si spegne. Ci si mette in gioco nel profondo, ci si apre verso il mondo dell’altro, in una continua ricerca di un accordo rispettoso del partner. La propria felicità coincide con la felicità dell’altro, quindi si ricerca sempre un accordo venendosi incontro a vicenda, pronti a rinunciare anche a qualcosa se questo rende più felice l’altro.
  • La coppia se vuole durare deve essere una vita a 3. Per un rapporto d’amore eterosessuale ci vogliono tre ingredienti: un uomo, una donna, l’amore di Dio. Senza un amore profondo, rispettoso, gratuito, senza condizioni, misericordioso, fino a dare la vita per l’altro, il rapporto sarà instabile, fragile, senza garanzia di durata. Dobbiamo essere a immagine di Dio per l’altro, altrimenti è solo uno stare in compagnia finchè ci si sopporta. Questo significa anche saper perdonare l’altro quando sbaglia, così come Dio è pronto a perdonarci quando sbagliamo.
  • Non smettere mai di comunicare e confidarsi con fiducia. Quando c’è un problema bisogna trovare subito il modo di parlarne con calma e con amore, altrimenti il problema rischia di logorare l’armonia del rapporto. Farsi il muso significa serbare un rancore che può crescere e poi esplodere in maniera incontrollata. Non bisogna mai tenersi tutto dentro ma sforzarsi sempre di spiegare il motivo del nostro dispiacere chiedendo ragione all’altro del suo comportamento. Non bisogna mai stancarsi di confidarsi ed ascoltare l’altro, mettendo in comunione il proprio modo di vedere e di sentire le cose del mondo, perché non venga mai a mancare la fiducia vicendevole.
  • Non mettersi mai in testa di voler cambiare l’altro. Non bisogna mai mettersi in testa l’obiettivo di voler cambiare la personalità, le passioni o le preferenze dell’altro a proprio piacimento. Se l’altro non ci piace vorrà dire che lo abbiamo scelto male ed è meglio lasciar perdere. Si può far presente se ci sono atteggiamenti particolarmente fastidiosi su cui richiamare l’attenzione e mettere in discussione. Ma bisogna evitare ogni tentativo di imporre all’altro ciò che più ci aggrada, magari utilizzando sottili ricatti o sotterfugi.
  • Non contabilizzare mai l’amore. Quando si comincia a fare i conti su quanto si fa per amore dell’altro e quanto l’altro fa per amor mio, significa che il rapporto d’amore sta degenerando in un rapporto mercantile di reciproco scambio (io ti do, tu mi dai). Se ami non presenti mai il conto. Non siamo al mercato e quindi non puoi pretendere che ogni gesto d’amore venga contraccambiato immediatamente. Possono esserci periodi in cui uno dei due dà di più dell’altro che ha più bisogno di ricevere e altri periodi in cui si invertono le parti. Ma non si deve mai tenere la contabilità in un rapporto d’amore, se è vero amore.
  • L’orgoglio è nemico dell’amore. Se l’orgoglio prevale sull’amore, se vogliamo sempre aver ragione senza ascoltare con attenzione le ragioni dell’altro si mina il rapporto d’amore. Dobbiamo esprimere le nostre ragioni ma mai imporle all’altro che altrimenti dimostriamo di non rispettare. Quando si sbaglia è giusto ed importante ammetterlo, sapendo che l’altro è sempre pronto a capirci e a perdonarci.
  • La stanchezza è nemica dell’amore. Quando siamo stanchi, dopo una giornata faticosa o dopo aver dormito poco, ogni cosa ci appare più drammatica di quella che in realtà è. La calma e la pazienza calano e si possono dire cose non pensate veramente, o pensate con poco amore. Meglio rimandare le discussioni impegnative a momenti di maggiore lucidità dopo un meritato riposo.

Al di là di queste regole pratiche, nella vita di coppia vale la regola di fondo che il partner non deve mai diventare il mio idolo, il centro della mia vita, al posto di Dio relegato in second’ordine. Il mio compagno o compagna di vita non deve diventare il mio Dio da cui tutto dipende, senza il quale mi sentirei perso. Altrimenti è una dipendenza simbiotica, una patologia, una schiavitù che non mi rende più libero e autodeterminato.

Un idolo subdolo, difficile da smascherare, perché velato in modo che appare buono, positivo. Cosa può esserci di male nell’amore se Dio è amore? L’amore tra uomo e donna è la cosa più umana, naturale e desiderabile che esiste, è il dinamismo che fa andare avanti il mondo. Un idolo che si può nascondere sotto le velate spoglie dell’ideale romantico (‘Va’ dove ti porta il cuore’): un sentimento a cui abbandonarsi seguendo l’impulso passionale. O dell’attrazione fisica: siamo attratti da un corpo che ci piace, soprattutto nell’epoca dell’apparire il contenitore è più importante del contenuto. In ogni caso ci lasciamo travolgere dalla passione (‘Al cuore non si comanda’), per cui tutta la nostra vita ruota attorno al partner: è al centro dei nostri pensieri come una fissazione, per lui/lei facciamo cose che non avremmo mai fatto, rinunciando a parti di noi stessi.

Al tempo stesso penso che non si debba colpevolizzare troppo il perdere la testa per lei/lui: è naturale desiderare di provare l’ebbrezza dell’amore smisurato, grande, per una persona. Forse in fondo è la cosa che più desideriamo. Del resto il Vangelo non deve essere confuso con la filosofia di Platone che predicava il dominio delle passioni del corpo per elevare l’anima. La passione amorosa diventa negativa quando l’altra persona diventa un idolo, più importante di Dio e della nostra fede. Il periodo dell’innamoramento, dell’infatuazione, dell’idealizzazione del partner prima o poi finisce e si riprende coscienza della realtà, dei limiti del nostro partner e delle mille difficoltà a costruire un rapporto d’amore duraturo. Se il rapporto si interrompe, allora ci si ritrova vuoti dentro, depressi, disperati per la perdita dell’idolo su cui avevamo investito tutte le nostre energie.

La strada da seguire in materia d’amore, quella  dell’amore maturo, consiste nel non lasciarsi sopraffare dalle emozioni e sentimenti, governare le forze inconsce usando il cervello, corteggiare rispettando la dignità e la libertà dell’altro, non essere impazienti ma rispettare i tempi naturali in un rapporto di amicizia per conoscersi bene, nutrirsi della Parola di Dio invocando lo Spirito che è la fonte di ogni amore.

Penso che Dio ci chiami ad avere un cuore grande, ma non per riservarlo tutto ad una sola persona, ma perché ci sia posto per tutti. Uno dei compiti principali della nostra vita è quello di dilatare il nostro cuore perché possiamo donare amore a tutti. Naturalmente ci sarà uno spazio particolare per il la compagno/a che scegliamo, perché ci stia accanto e condivida con noi la vita.

Nell’amore di coppia l’equilibrio è sempre soggetto all’instabilità, in quanto ci sono ostacoli che lo rendono più difficile: l’attrazione fisica che può diventare passione accecante o volontà di dominio o possesso del partner, scatenando la gelosia e la mancanza di rispetto della libertà e della sfera individuale dell’altro. Per questo, occorrono attenzione e impegno costante seguendo le regole che ho esposto, altrimenti la fiamma dell’amore, se non è alimentata, si spegnerà.

Se vogliamo fare dei paragoni con le altre forme di amore umano, penso che la forma di amore più semplice sia quella dell’amicizia fraterna. Lì è più probabile che l’amore si manifesti in forma più disinteressata, rivolto al solo bene dell’altro, con maggiore rispetto della libertà altrui. Il rischio è l’eccessivo distacco che può a volte manifestarsi, non essendoci un legame di sangue o un’attrazione fisica. Infatti, nel tempo molte amicizie si perdono o si attenuano, ma basta poco per ridarle forza, in quanto si basano su una scelta libera dettata da simpatia e affinità.

La forma più alta di amore resta quella di un padre o di una madre verso il proprio figlio, che il padre e soprattutto la madre sente come una propria creatura, come una parte di sé a cui si è pronti a dare tutto. In questo rapporto c’è il rischio che il genitore sia troppo possessivo o apprensivo verso il figlio/a e che quindi non lasci il giusto spazio di libertà per misurarsi e crescere in modo indipendente. Ma il rapporto che lega genitori e figli rimane forte, e non è un caso se Gesù ha utilizzato la figura del padre per spiegarci quanto Dio ci voglia bene. Per questo penso che il complimento più grande che si possa ricevere è quello di essere sentiti come padre o madre, anche da parte di chi non è biologicamente nostro figlio/a. In fondo, in tutti i nostri rapporti umani siamo chiamati ad essere immagine del Padre.

CAPITOLO 7 – L’AMORE DI COPPIA E LE SUE REGOLEultima modifica: 2017-06-25T16:20:29+02:00da lucianorosso
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