LE PERLE PREZIOSE

“O ci meritiamo l’appellativo di beati facendoci poveri, o ci conquistiamo sul campo quello di benedetti amando e servendo i poveri. Senza l’uno o l’altro di questi due passaporti, è impossibile entrare nel Regno.[…] Povertà e solidarietà sono i soli visti d’ingresso garantiti per il Regno […] Una cosa è sicura. Quel… perchè di essi sarà… rappresenta il titolo giuridico di possesso incontestabile, che garantisce tutti i poveri nel diritto nativo ad avere non solo la ‘legittima’ ma l’intero asse patrimoniale del Regno. E’ un passaggio indicatore di una disposizione testamentaria così chiara che nessuno, che non sia povero, può avere il coraggio di impugnare. E’, insomma, il timbro a secco che autentica in modo indiscutibile il contenuto di uno straordinario rogito notarile. Capite che cosa significa tutto questo? Che se vogliamo avere parte nell’eredità del Regno, dobbiamo diventare poveri. O almeno, i poveri, dobbiamo tenerceli buoni perchè un giorno si ricordino di noi”

“Dio ti dà quello che non hai il coraggio di sognare. Surclassa ogni tua brama di desideri. Esce fuori da ogni sistema caratterizzato dal rigore della razionalità. […] Con lui i conti non tornano mai. In senso positivo, naturalmente. Perchè gli presenti il registro con la paura che egli debba sottilizzare un po’ troppo sui bilanci, e invece ti travolge con la frana di una ricchezza che ti mozza il fiato per la sua gratuità” (don Tonino Bello. “Non c’è fedeltà senza rischio)

“L’amore è la forza più potente che c’è. […] solo il bene e l’amore sono capaci di costruire, di dare energia positiva, di infondere vita e di durare.[…] L’odio c’è, agisce, a volte vince, ma è comunque sempre secondario, parassitario, si regge sul lavoro altrui in quanto intende negarlo; l’amore invece è primario, creativo, sorgivo, non ha bisogno di nulla per esserci, nasce da sé, spontaneamente” (Vito Mancuso, “Il bisogno di pensare”)

“L’ascesi con il rinnegamento di sé non è una pratica di rinuncia alle cose del mondo per disprezzo della vita, ma il superamento di una mentalità mondana per un bene maggiore. Per raggiungere l’unione con Cristo bisogna depurare i cuori dai falsi valori, dall’egoismo, dall’autoreferenzialità”[…] “Non c’è libertà nell’egoismo, solo prigionia”.[…] “Una vita senza ascesi è una vita di illusione, irrealtà e infelicità” […] “L’anima contemplativa è come un girasole che segue la fonte divina di ogni luce e calore ovunque egli vada. I suoi occhi trovano riposo solamente nel costante, silenzioso guardare verso Dio. Questa è l’essenza della sua preghiera” […] “La contemplazione, somma sapienza, non è altro che il puro amore di Dio, e la contemplazione più elevata è semplicemente un aspetto dell’amore perfettamente disinteressato” (Thomas Merton, “Il primato della contemplazione”)

“Apre le porte a Cristo chi si mette nella sua posizione, chi impara ad amarlo e ad amare con lui e in lui ogni altro uomo, ogni altro gruppo, razza, popolo, chi si mette nella sua posizione di perdonare e fare pace. Le porte chiuse a Cristo sono le porte del razzismo, delle diffidenze, delle chiusure mentali, le porte chiuse anche di un certo elitarismo spirituale. Tenere le porte chiuse a Cristo amore vuol dire non essere nella posizione di abbracciare l’universo, vuol dire essere costretti a dividere l’universo in due: io e gli altri, gli amici e nemici. Tenere le porte chiuse a Cristo amore vuol dire entrare nella ruota dannata delle contrapposizioni, per cui io non posso definirmi se non contro qualcuno” (Card. Carlo Maria Martini)

“Lo Spirito è la forza creatrice di Dio che Gesù ha promesso ad ogni uomo. Questa forza è presente in ognuno di noi sin dalla nascita. La consapevolezza e la fede hanno il compito di liberarla e renderla operante in tutte le nostre azioni, rendendo viva e attiva la forza dello Spirito Santo. La creatività, che è alla base della struttura di ogni uomo, diventa per il credente un punto di contatto profondo con Dio” […] “E’ un grande miracolo che inizia in piccolo, nel cuore di ogni uomo. Solo chi pone come scopo della propria vita quello di rendere felici i propri fratelli partecipa alla meravigliosa rivoluzione fondata sull’Amore”.[…] “La proposta di Gesù era quello di fare dell’umanità un mondo di amici” […] “Quando i seguaci di Gesù si mettono insieme e formano comunità, desiderose di dare un volto nuovo alla storia, solo allora avremo il miracolo di una nuova Pentecoste” (don Mario De Maio)

“Dio talora si nasconde a noi per acuire nel nostro cuore il desiderio di cercarlo e per darci la gioia di ritrovarlo.”[…] “Se non vado oltre me stesso e oltre l’orizzonte della vita quotidiana, ho toccato ben poco del mistero di Dio, che è un dinamismo che possiamo cogliere solo aprendoci al ‘di più'”[…] “Quando ci limitiamo o vogliamo precisare, chiudere i conti, stabilire dei confini – questo è lecito, quest’altro non lo è – siamo già nel mercantilismo gretto e Dio allora scompare davvero perchè non è così. Se dunque pensiamo di aver conosciuto la verità di Dio, ma non siamo entrati nel fuoco e nel gioco dell’amore, siamo in realtà un po’ lontani”[…] “L’uomo si realizza andando oltre se stesso donandosi”[…] “Non dobbiamo quindi aver paura di cercare ‘l’amato del mio cuore’, anche se non lo troviamo. La ricerca ci fa uscire da noi e prima o poi incontreremo quel barlume, quella frangia della tunica di Cristo che ci basta per guarirci, per nutrirci, per darci coraggio, entusiasmo, per vincere le nostre grettezze” (Card. Carlo Maria Martini)

“Ad ognuno di noi, Gesù, tu chiedi di essere come Giovanni il Battista, un profeta che ti rende testimonianza, ma che si fa anche da parte perché solo tu sei la luce, mentre noi ci limitiamo ad essere un tuo raggio, un flebile riverbero della tua parola, della tua forza. Tu ci domandi di riconoscere la grandezza di un progetto che non possiamo abbracciare. Di farlo con umiltà, rallegrandoci del nostro ruolo, senza invasioni di campo, senza pretendere di occupare la scena, di rimanere sotto i riflettori, svolgere la parte principale. Sei tu, Gesù, che salvi, che strappi alle forze del male e noi siamo solo strumenti inadeguati, di cui ti servi per raggiungere i fratelli, anche quelli più lontani. Sei tu, Gesù, che trasformi con la forza dello Spirito Santo tante esistenze lacerate, ferite dall’odio, dalla brutalità e noi siamo solo ripetitori che fanno giungere la tua voce perché consoli, sostenga, trasmetta slancio e speranza. Sei tu, Gesù, che agisci nel nome del Padre e ci riveli la sua bontà, realizzando il suo disegno d’amore.” (Roberto Laurita)

“È facile addormentarsi, Gesù: le fatiche quotidiane, le preoccupazioni, le ansie, le paure, gli affanni mettono alla prova la nostra resistenza e così cediamo alla stanchezza, rinunciamo a tenere gli occhi aperti, a scrutare l’orizzonte nonostante il buio che avvolge ogni cosa. Le nostre giornate sono colme di attività e occupazioni: così non abbiamo più tempo per te, per intendere la tua Parola, per pensare e riflettere andando oltre alla superficie degli eventi. Veniamo travolti da quanto ci accade, non vediamo ciò che ci viene incontro, lasciamo che la nostra esistenza si limiti a seguire la corrente, adottiamo le scelte altrui, facciamo nostre le reazioni di chi ragiona con la pancia, ci lasciamo sedurre dagli slogan e da tante parole d’ordine. Svegliaci, Gesù, strappaci al sonno! Allora usciremo dal nostro torpore, ritroveremo la forza di lasciarci guidare dalla tua Parola. Donaci di uscire dalle nebbie che ci avvolgono e raggiungono le profondità dell’anima. Accendi la nostra lampada perché affrontiamo i passaggi oscuri, senza scoraggiarci e lanciare la spugna.” (Roberto Laurita)

“Tu ci vieni incontro, Gesù, e lo fai servendoti di tante occasioni, di avvenimenti piccoli e grandi, di incontri occasionali e imprevisti che ci permettono di trovare un po’ di quella luce e di quella saggezza di cui sei la sorgente inesauribile. Ma noi siamo maledettamente capaci di aggiungere mille ostacoli al percorso che tu compi per raggiungerci. E tutto perché abbiamo paura di dover cambiare, di abbandonare scelte comode, itinerari fin troppo battuti, comportamenti ormai inveterati… Tra te e noi mettiamo ostacoli di ogni specie: abbiamo poco tempo, siamo presi da mille cose e poi facciamo fatica a fidarci fino in fondo di te. Gesù, non permettere che in un modo o nell’altro ti chiudiamo la porta del cuore. Tu vieni a noi con la potenza dello Spirito che trasforma la  nostra fragile esistenza.”   (Roberto Laurita)

“Per questo Re che nasce c’è una grotta come reggia e, come trono, una mangiatoia e una Croce.[…] Basta poco: un pezzo di pane, un bicchiere d’acqua, un sorriso, un saluto, una visita a chi è solo e più sfortunato di noi. Così poco… con tutto il cuore, per ricevere in eredità il Regno preparato per noi fin dalla Creazione del mondo. È sorprendente il messaggio di Gesù: non ci giudica scorrendo l’elenco delle nostre debolezze, ma riconoscendo ogni piccolo gesto d’amore. Non vuole sorprenderci in un momento di stanchezza, ma attende instancabilmente la nostra disponibilità […] «Nel povero Gesù bussa al nostro cuore, dice Papa Francesco, e, assetato, ci domanda amore. Quando vinciamo l’indifferenza e nel nome di Gesù ci spendiamo per i suoi fratelli più piccoli, siamo suoi amici buoni e fedeli, con cui Egli ama intrattenersi. Nei poveri si manifesta la presenza di Gesù, che da ricco si è fatto povero. E se agli occhi del mondo hanno poco valore, sono loro che ci aprono la via al cielo, sono il nostro “passaporto per il paradiso”. Perché per il cielo non vale ciò che si ha, ma ciò che si dà» (don Ferruccio)

“Cosa ha fatto Gesù il giorno dell’Ascensione? […] Sarebbe più facile camminare dietro di Lui, che fosse Lui davanti e annunziasse e si facesse conoscere da tutta l’Umanità. Ma Lui ha detto di no. Lui ha preferito un altro modo. Ha fatto quello che ogni madre fa con un bambino quando l’ha cresciuto e messo in piedi: “Adesso impara a camminare, adesso impara ad essere te stesso“. […] Dal momento che gli uomini hanno accettato questo impegno, l’hanno portato avanti con tutti i loro difetti, tutti i loro misfatti, tutte le loro pecche, tutte le loro debolezze, ma l’hanno portato avanti. Il discorso di una Chiesa che si presenta all’Umanità. E questa Chiesa è quella che formiamo oggi, è quello che siamo noi oggi. Camminiamo con la forza di Dio. […] Cari amici, gli apostoli quando Gesù è scomparso, quando Gesù è salito in cielo, sono rimasti lì a guardare in cielo, e quando sono apparsi degli angeli  gli hanno detto: “Ma cosa state cercando? Cosa state a vedere? Il lavoro non è lassù, il lavoro è qua, svegliatevi, muovetevi, non state a guardare in alto, è l’ora vostra, è l’ora della Chiesa“. Una Chiesa piena di martiri, di santi, di traditori, di gente che non ha capito nulla della fede, ma tuttavia è la Chiesa che ha operato nella storia per questi duemila anni. […] Sì, è facile predicare e dire “Beati i poveri in spirito” e poi noi ci scanniamo per accumulare. Il mondo di oggi sta andando a male proprio per questa fame orribile di accumulo, di gente che non è mai contenta, di gente che vuole possedere, che vuole arricchire, che pensa che deve arricchire per rimanere sempre su questa terra. […] Lavorare sodo, ma non soltanto per noi, ma per l’Umanità, ma anche per tutti gli altri, per poter donare, questa è la povertà di spirito. E questo è il senso della povertà che dobbiamo professare. […] Ma noi come cristiani dobbiamo sentirlo dentro di noi il desiderio che quello che Dio ci dona, non ce lo dona per il nostro capriccio, non ce lo dona per rendere ricchi coloro che lo sono già, ma ce lo dona per poterlo condividere con gli altri, e questo è il senso della giustizia. […] Io sento parlare, sento scrivere sui giornali, sento le preoccupazioni, le orde di musulmani, di indiani che vengono nei nostri Paesi, e tutti hanno paura, paura di che cosa? Non di perdere la fede, non di travolgere la nostra cultura, ma di perdere benefici materiali, benefici economici. Non ci domandiamo mai se esistono i cristiani o no. Purtroppo la grande sofferenza dell’umanità di oggi è quella che dobbiamo dirci “Ma noi siamo cristiani oppure no?” Quali sono i nostri sentimenti, quali sono i nostri desideri, le nostre aspirazioni? […] Ma quando uno vuole andare controcorrente, quando uno ha delle proposte di vita diverse, allora crea stupore, crea meraviglia, e la meraviglia deve essere quello che noi dobbiamo creare nella nostra vita. La meraviglia di chi dice “Perchè fai questo? Per chi lo fai?” Se noi non abbiamo più la fede in Cristo, tutto quello che facciamo decade, non ha più importanza, non ha più forza per nessuno di noi. Teniamo presente questo. Gesù deve essere dietro, è dietro di noi, ha messo noi davanti per essere adulti responsabili, attivi, nel farlo conoscere fino agli estremi confini della Terra.” (padre Giovanni Scalabrini, prete Missionario)

“Se Dio si fermasse alla giustizia cesserebbe di essere Dio, sarebbe come tutti gli uomini che invocano il rispetto della legge. La giustizia da sola non basta, e l’esperienza insegna che appellarsi solo ad essa rischia di distruggerla. Per questo Dio va oltre la giustizia con la misericordia e il perdono. Ciò non significa svalutare la giustizia o renderla superflua, al contrario. Chi sbaglia dovrà scontare la pena; ma scontare la pena non è il fine, bensì l’inizio della conversione, la quale fa sperimentare la tenerezza del perdono. Dio non rifiuta la giustizia. Egli la ingloba e supera in un evento superiore dove si sperimenta l’amore che è il fondamento della vera giustizia” (Papa Francesco)

“Dio c’è, ma non si vede.[…] E’ questo il mistero della vita. Dio è questo mistero. Dio è la vita stessa: è il respiro delle cose, il vento che spira dove vuole; è la luce che splende, la sorgente nascosta nel cuore della montagna da cui nasce il fiume; è il pensiero che ordina ogni cosa; è la voce che parla nel silenzio del mondo, la voce che ti suggerisce i pensieri buoni nel fondo del cuore: è l’amore che ama e crea. Ecco, anche l’amore non si vede, ma vedi i gesti d’amore di tuo padre e di tua madre, i loro sacrifici, il loro dono. Per questo dici: “Quanto mi amano!”. E’ così. E molto di più è per Dio, perchè amore infinito. Allora, vedendo le sue opere, i suoi gesti, le cose che crea tu dici: “Quanto deve essere buono Iddio!”. Tanto che ogni gesto di bontà nel mondo è un segno della presenza di Dio. Quando fai il bravo con i tuoi fratelli, quando perdoni un’offesa, vuol dire che lo spirito del Signore è dentro di te, e anche tu puoi essere un segno della presenza di Dio nel mondo. Perchè Dio non si vede; e allora sono le cose, è l’uomo, siamo noi la manifestazione di Dio, la sua rivelazione, il segno che Egli esiste e opera sempre nel mondo. Per questo Egli è il Creatore, cioè quella Sorgente che non si vede, il Principio della vita.” (David Maria Turoldo)

“E siate grandi perdonatori, perchè chi non sa perdonare finisce come quei dottori del Vangelo: è un grande condannatore, sempre ad accusare… E chi è grande accusatore nella Bibbia? Il diavolo! O fai l’ufficio di Gesù, che perdona dando la vita, la preghiera; o fai l’ufficio del diavolo che condanna, accusa…” (Papa Francesco)

“Secondo il Vangelo al peccato e alla colpa non consegue una pena da subire, ma un danno da riparare. La riparazione, però, non consiste in una soddisfazione da offrire a Dio, bensì in una sua Parola misericordiosa da accogliere, in una dinamica vitale in cui inserirsi, in un dono dello Spirito da interiorizzare.” (Carlo Molari)

“Fede non è ‘vedere Dio’ con gli occhi, ma piuttosto ‘guardare’ con gli occhi di Dio. Fede è Dio che prende possesso dei nostri occhi, di tutto il nostro cuore, di tutta la nostra anima, di tutte le nostre forze perchè possiamo guardare a lui e al nostro prossimo con amore, con tutto il nostro amore, con tutto il nostro cuore, con tutta la nostra anima e con tutte le nostre forze. Se questo è il nostro sguardo, noi possiamo conoscere che lui è il ‘nostro’ Dio, il Dio di noi. Noi siamo ‘dèi’ e lui potrà riconoscersi in noi. E amarci come ama sè stesso, perchè lui è Amore. E’ lui ad attendere di poter esultare perchè è venuto per noi e per lui questo giorno benedetto, nel quale lo conosciamo come lui conosce noi. Il giorno in cui ci rispecchiamo in lui e lui si rispecchia in noi. Nell’amore. Il giorno in cui ci conosciamo faccia a faccia. Il giorno in cui sarà tutto in tutti. Sarà tutto nostro, tutto noi. Perchè noi lo avremo lasciato essere il nostro Dio” (Marcello Matté)

“La libertà è la condizione di una fede adulta. Si acquisisce insieme alla verità. Che non è un compendio di affermazioni (come si è inteso per tanto tempo il catechismo) ma un modo di rapportarsi –  una relazione – alle cose e alle persone.” […] “Figli di Abramo e figli di Dio si nasce, ma adulti si diventa; per scelta e per tante scelte. Il sentire comune è che sia libero chi ‘non ha bisogno di nessuno’. Nel progetto evangelico d’uomo – l’antropologia cristiana – adulto e libero è colui che si riconosce per natura… dipendente. E sceglie: se dipendere da Dio o da altre signorie” (Marcello Matté)

“Non possiamo mai, da innocenti, lasciare solo e alla deriva il fratello che si sta smarrendo” (Marcello Matté)

“L’umiltà e la tenerezza non sono virtù dei deboli ma dei forti, che non hanno bisogno di maltrattare gli altri per sentirsi importanti” (Papa Francesco)

“Per Gesù non conta tanto la religione e l’osservanza dei suoi rituali quanto la vita di ogni essere umano e l’impegno ad eliminare le sue sofferenze per permettergli una vita pienamente umana” […] “Al centro del Vangelo c’è Gesù, non c’è Dio. E Gesù ci invita a fare un esodo: dalla religione (quello che facciamo per Dio) alla fede (quello che facciamo con e come Dio)” […] “La missione di Gesù non è salvare le anime o dare una vita dopo la morte, ma di dare vita all’uomo già prima della morte, potenziandolo e creando una società umana, giusta, libera, solidale, fraterna e felice, dove l’essere umano possa sviluppare al massimo le sue capacità, avvicinarsi il più possibile alla sua pienezza.” […] “Il centro della predicazione di Gesù è stato il Regno di Dio e non la Chiesa” […] “Il progetto di Dio si è fatto carne nell’attività di Gesù: la cura degli ammalati, il cibo per la gente, l’amore tra gli uomini. Gesù non ha avuto a cuore la religione e le sue regole, ma la vita e le sue espressioni d’amore verso gli altri, per cui il criterio decisivo di realizzazione della propria vita non è il rapporto con Dio, ma quello con gli altri (cf. Mt 25, 31-45)” (Josè Maria Castillo, teologo)

“Dio è sempre più lontano di dove lo cerchiamo. Non possiamo afferrarlo da nessuna parte, ma apprendiamo che è infinito dal cammino indefinito che lo cerca dopo averlo accolto […] Dio è più grande. Vale a dire: egli non cessa di rivelarsi a noi, dal momento che è a ogni istante, e rispetto a ogni conoscenza, più grande delle concezioni, delle esperienze sociali o individuali che noi abbiamo di lui. In altre parole, l’infinito è sperimentabile unicamente attraverso un passo in più, per effetto di uno scarto relativo a ciò che noi conosciamo o percepiamo già di lui” (Michel De Certeau)

“Ogni società si definisce per ciò che essa esclude. Formare un gruppo significa creare degli estranei […] Anche la Chiesa obbedisce a questa legge di eliminazione e di intolleranza, che la porta a difendersi, a identificare la verità con ciò che essa dice, a contare i buoni in base ai propri membri visibili, a ricondurre Dio ad essere giustificazione e idolo di un gruppo esistente […] L’esperienza cristiana non può che rifiutare questa riduzione alla legge del gruppo, deve trovare una via di accoglienza dello sconosciuto-inconosciuto” (Michel De Certeau)

“Solo l’amore riempie i vuoti, le voragini negative che il male apre nel cuore e nella storia. Solo l’amore può fare questo, e questa è la gioia di Dio!” […] “E’ l’amore che salva, non la sola pratica dei precetti.” […] “Come ci giudica Dio? Dando la vita per noi!”. (Papa Francesco)

“Seguire Gesù non significa partecipare ad un corteo trionfale! Significa condividere il suo amore misericordioso, entrare nella sua grande opera di misericordia per ogni uomo e per tutti gli uomini. L’opera di Gesù è proprio un’opera di misericordia, di perdono, di amore! E’ tanto misericordioso Gesù! E questo perdono universale, questa misericordia, passa attraverso la croce. Gesù non vuole compiere questa opera da solo: vuole coinvolgere anche noi nella missione che il Padre gli ha affidato” (Papa Francesco)

“Dovremmo amare senza aspettarci nulla dagli altri e se gli altri ci offrono attenzione, gentilezza, tenerezza, allora dobbiamo esserne grati. Non pensare continuamente al nostro bisogno di ricevere amore, ma dare amore. Se si dà amore, prima o poi lo si riceverà. L’amore non è fondato su uno scambio ma sulla gratuità” […] “La capacità di amare gratuitamente è il punto di arrivo di un lungo cammino di maturità. Le tappe sono tante, ma la meta da raggiungere merita l’impegno di tutta una vita” (don Mario De Maio)

“Noi dobbiamo abituarci tutti i giorni a fare delle piccole azioni, ad accender scintille che siano gesti divini. Scintilla dopo scintilla il cuore s’infuoca, la persona s’infuoca e si diviene capaci di amare veramente, non solo di essere un po’ gentili, un po’ cordiali, benevolenti. No, amare è un’altra cosa. Amare è dare, consegnarsi, senza chiedere nulla in cambio. L’amore passa l’amore di Dio. Senti che passa, può essere sottilissimo, può essere tenue, ma c’è qualcosa che si accende, qualcosa che si sta facendo, che si attua. E’ una circolarità continua, aperta, senza barriere nè steccati nè condizioni. Questa libertà dell’amore ci fa paura, perchè noi vogliamo sempre decifrare, limitare, sapere, controllare. Invece questa forza amante abbraccia tutti e allora la cosa importante è che anch’io ne faccia parte, anch’io sia un anello che trasmette questa forza. Quando facciamo questo, la preghiera diventa esistenza, diventa storia concreta” (Alessandro Barban, priore dell’eremo di Camaldoli)

“Mi sto convincendo che Dio non ci attiri per farci stare davanti a Lui. E’ una relazione che ci educa, ci fa crescere e poi ci consegna all’altro, non ci tiene legati a lui. […] La vera preghiera non è stare davanti a Dio. […] La vera invocazione, la vera preghiera è rivolta all’altro.[…] La parola dell’altro è una preghiera a cui devo rispondere […] Ecco il comandamento nuovo: “Amatevi gli uni gli altri” e in questo scambio di amore, in questa alterità, in questa reciprocità c’è la danza dello Spirito Santo […] che ci permette di amare come Dio” (Alessandro Barban, priore dell’eremo di Camaldoli)

“Il cristianesimo è la religione della croce di Gesù, cioè dello stesso Dio venuto a condividere il prezzo che l’umanità paga perchè lo spirito si affermi come libertà buona. Prendete e mangiate, questo è il mio corpo dato per voi: parole di Gesù e parole di Dio che si offre e soffre con noi perchè noi conserviamo il senso della nostra vita: la lotta per la giustizia e il bene che culmina nell’amore. E’ il principio-passione” (Vito Mancuso)

“C’è anche per noi il rischio di credere guardando il cielo, per distogliere lo sguardo dalle piaghe sanguinanti e fetide della storia. E’ più consolatorio e gratificante spiritualizzare il cristianesimo che seguire realmente Gesù, inverando la sua prassi di misericordia e di denuncia a difesa degli ultimi e degli emarginati” (don Antonio Agnelli)

“Oggi ci troviamo di fronte ad un “io” gigantesco a confronto con un “noi” piccolo piccolo. Se riusciremo a capovolgere il rapporto di forza tra l'”io” e il “noi”, nel nostro cuore, nella nostra famiglia, nel luogo di lavoro, nella nostra parrocchia, nel nostro paese, ci sarà posto per tutti. Dobbiamo attuare la rivoluzione dell’amore: amare per primi, amare gratuitamente, amare anche di amore apparentemente inutile, perchè quella è la dimostrazione che tu sei veramente amore.” (don Oreste Benzi, fondatore della Comunità Papa Giovanni XXIII)

“Le chiacchiere fanno male alle comunità. Le chiacchiere feriscono. Un cristiano prima di chiacchierare deve mordersi la lingua. Ci farà bene perchè la lingua si gonfia e non si può chiacchierare, non si può fare del male”. “Noi siamo abituati alle chiacchiere, ai pettegolezzi. Ma quante volte le nostre comunità, anche la nostra famiglia, sono un inferno dove si gestisce questa criminalità di uccidere il fratello e la sorella con la lingua!”. “Ricordiamo che l’odio, l’invidia, la superbia sporcano la vita! Custodire vuol dire allora vigilare sui nostri sentimenti, sul nostro cuore, perchè è proprio da lì che escono le intenzioni buone e cattive: quelle che costruiscono e quelle che distruggono”. “Non c’è bisogno di andare dallo psicologo per sapere che quando uno denigra l’altro è perchè lui stesso non può crescere e ha bisogno che l’altro sia abbassato, per sentirsi un qualcuno”. “La nostra unità non è frutto della democrazia, del nostro sforzo di andare d’accordo. E’ opera dello Spirito Santo che fa unità armonica nella diversità. Lo Spirito Santo è il motore”. (Papa Francesco)

“Tu non puoi aiutare noi, ma siamo noi a dover aiutare Te, e in questo modo aiutiamo noi stessi. L’unica cosa che possiamo salvare di questi tempi, e anche l’unica che veramente conti, è un piccolo pezzo di Te in noi stessi, mio Dio. E forse possiamo anche disseppellirTi dai cuori devastati di altri uomini […] Tu non puoi aiutarci, ma tocca a noi aiutare Te, difendere fino all’ultimo la Tua casa in noi” (Dal Diario di Etty Hillesum)

“Mi sento felice che lo spirito di Dio ci abbia donato Papa Francesco che sente di non essere solo un lontano garante della fede verità, ma un essere umano che porta ai cristiani l’implacabile amore del Padre. La fede senza amore è morta, ed egli non vuole essere un responsabile della fede come dottrina perchè si sente spinto da questa forza implacabile. Finalmente questo pontefice si mescola con il popolo in un momento particolarmente arido e disorientato, per diffondere questo implacabile amore che gli impedisce di essere un padre lontano” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“Oggi c’è urgente bisogno di recuperare la capacità di stare insieme. C’è un calo di affettività, di empatia nei rapporti tra le persone, dovuto alla paura della relazione, uno dei mali del nostro tempo; in tutto ciò la tecnologia, alla quale riconosco le conquiste, ha contribuito negativamente sostituendo il reale col virtuale. La crisi della relazione e dell’amore come qualità umana fondamentale sono alla base sia della crisi individuale che della Chiesa” […]  “La fede non è una teoria, ma un movimento dell’anima. Oggi i giovani sono increduli, bloccati davanti alle scelte. La fede religiosa può rinascere solamente attraverso la simpatia che riesce a suscitare uno ‘spirituale’ che manifesti leggerezza e gioia”(Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“Perchè lui è lì e non io che ho tanti e più motivi per stare lì? Pensare a questo mi fa bene: poichè le debolezze che abbiamo sono le stesse, perchè lui è caduto e non sono caduto io? Per me questo è un mistero che mi fa pregare e mi fa avvicinare ai carcerati” (Papa Francesco)

“Ciò che Dio rappresenta per noi, non lo si acquisisce semplicemente riflettendo, bensì vivendo concretamente il rapporto con Lui, scoprendo chi possiamo diventare esercitando la fiducia in Dio, tenendo lo sguardo fisso su Gesù: possiamo anche noi crescere come figli di Dio” (Carlo Molari)

“La Chiesa è una mamma misericordiosa, che capisce, che cerca sempre di aiutare, di incoraggiare anche di fronte ai suoi figli che hanno sbagliato; non chiude mai le porte della casa, non giudica, ma offre il perdono di Dio, offre il suo amore che invita a riprendere il cammino anche a quei suoi figli che sono caduti in un baratro profondo; la Chiesa non ha paura di entrare nella nostra notte quando siamo nel buio dell’anima e della coscienza, per darci speranza! Perchè la Chiesa è madre! Le mamme pregano tanto per i propri figli, specialmente per quelli più deboli, per quelli che hanno più bisogno, per quelli che nella vita hanno preso vie pericolose e sbagliate.” (Papa Francesco)

“Dio non controlla la storia, non la determina, non la dirige. Ma la apre all’amore.”[…] “Dobbiamo cambiare il nostro modo di pensare la provvidenza divina, vedendo il mondo e la vita come frutto dell’amore personale di Dio che si realizza attraverso l’amore di tante donne e uomini. Ripensarci figli e non servi, collaboratori e realizzatori dei progetti di Dio, cambierà anche il nostro modo di pregare. Da una preghiera di petizione si potrà passare ad una preghiera di riflessione, di ascolto per scoprire dove e come il bene e la vita possono crescere attraverso la preziosità del nostro umile ma potente capitale di amore. La domanda nella preghiera sarà di diventare noi stessi più capaci. La tensione sarà concentrata su ciò che manca alla realizzazione del progetto di salvezza, con la consapevolezza che quello che manca non è mai dal lato dell’iniziativa e dell’azione divine, ma dal lato della risposta umana. L’iniziativa divina può cambiare e migliorare il corso del mondo solo attraverso l’impegno amoroso dell’uomo. E’ questo il compimento nella storia del miracolo dell’incarnazione”. (don Mario De Maio)

“Non possiamo rmanere chiusi e protetti dentro i recinti, a fare i parrucchieri delle poche pecore benestanti rimaste, passando il tempo a mettere loro i bigodini. Dobbiamo scendere in strada e cercare la gente, specie i più poveri, prendere il loro ‘odore’, mettere in gioco la nostra pelle e il nostro cuore” (Papa Francesco)

“La Chiesa è una storia d’amore. In realtà è la somma di tante storie di amore, di tutte le nostre storie, fatte di passione ma anche di infedeltà, tradimenti, inadeguatezza. A che punto è la nostra storia d’amore?[…] Che cosa ci fa diventare preziosi? Quello che noi siamo e quello che gratuitamente possiamo offrire all’altro. La storia cambia dentro e intorno a noi, possiamo essere un bene per l’altro, il nostro nulla diventa prezioso […] Relativamente a noi stessi, il criterio generale è levare tutto ciò che sa di morte per scegliere la vita.  Gesù ha detto: Sono venuto a portare la vita e la vita piena, cioè una qualità di vita profonda, diversa da quella che noi spesso viviamo. L’inquietudine è una grazia di Dio, come il dolore che ci segnala che qualcosa nel corpo non funziona. L’inquietudine dice che qualcosa nel nostro spirito non funziona: la dobbiamo ascoltare, ci parla di quello che ci manca, del nostro desiderio” (don Mario De Maio)

 

“COME IL FIORE DEL CAMPO”
(don Michele Do)

“Nella misura in cui noi vivremo il nostro quotidiano nella verità, nella bellezza, nel seminare vita e bontà, tutta la nostra giornata sarà la manifestazione di quella radice segreta che portiamo in noi: lo Spirito di Dio liberamente operante dentro di noi” 

“La preghiera è una sosta, ma non è una fuga; è una sosta in cui ci fermiamo davanti al Signore e ci apriamo per accogliere il Suo Spirito, non per rendere più facile la nostra vita o per attenuare puerilmente le nostre difficoltà. Gesù per primo ha rifiutato tale tentazione…” 

“La preghiera, nella sua essenza, non è un dire parole e non è un chiedere per avere, ma è soprattutto e fondamentalmente un aprirsi, per essere in una maniera diversa, radicalmente diversa; per essere capaci, saltando al di là di tutte le nostre ombre, di realizzare cose divine, come Gesù ha operato nella sua vita, abitata dallo Spirito. Qui è riassunto tutto il senso della preghiera!”

“Se veramente lo spirito è in noi, allora ci renderà capaci, come ha reso capace Gesù, d’inginocchiarci davanti al fratello sofferente, in quell’altissimo simbolo della lavanda dei piedi.” “Dobbiamo essere capaci di inginocchiarci davanti al fratello sofferente: se attorno a noi la sofferenza non trova chi sa chinarsi con rispetto e con amore, allora lì non c’è un orante, lì lo Spirito di Dio non è interiorizzato”

“Siamo operosi sino all’affanno, ma un affanno che ci fa dimenticare l’essenziale, ci fa dimenticare l’umano, ci fa dimenticare chi soffre. Certo non possiamo essere incolpati d’inerzia, ma possiamo essere incolpati di disumanità. Il senso del giusto, il senso dell’umano e dell’essenziale ci sfugge, mentre la preghiera ci riconduce alla verità”

“La preghiera ci dà anche coraggio nel momento delle nostre tante paure!” “E’ così difficile essere degli oranti autentici! Non perchè diciamo poche preghiere, ma perchè non sappiamo aprirci in profondità per accogliere in noi il dono dello spirito.” “Vieni Spirito Creatore, per renderci creativi di fronte ai compiti della nostra vita, capaci di superare le nostre tante paure!”

“La preghiera ci radica in noi stessi, in quella profondità di noi stessi dove sono le sorgenti del bene e del male, in quel punto luminoso di noi dove il Padre è, vive, opera e vede. E’ quel punto sacro a cui dobbiamo ritornare e radicarci, quel punto luminoso e sacro che è Dio dentro di noi. Altrimenti, ci ricorda Gesù nella parabola del seme, se le nostre radici non hanno profondità, si essicano. Quante volte noi non abbiamo le radici in noi stessi!” “…è la figura del nuovo monaco, di cui abbiamo bisogno. Monaco è uno che ha le radici in sè stesso, è chi sa stare in piedi da solo in un ambiente che può essere ostile, mediocrizzante, nemico o negatore di valori, custodendo dentro di sè, intatti, l’anima e tutti i valori che fanno grande la vita”. “Così possiamo affrontare serenamente la vita, nonostante le sconfitte e gli insuccessi sul piano della storia, perchè l’ottimismo cristiano non è l’ottimismo del successo, è un ottimismo dei valori. Ciò che vale resta e resta solo ciò che vale”.

“Dacci pace con gli uomini, pace con noi stessi, e liberaci dalle paure”. “Un cuore pacificato è il dono più grande che possiamo offrire a noi stessi, agli altri e a Dio. Ci sono situazioni in cui Dio ci fa paura e noi facciamo paura a noi stessi. La paura è la radice della violenza e dei conflitti… Chi ama, non ha più paura e chi ha paura non può del tutto amare. Come sarebbe consolante se potessimo sentire Dio con gioia, come il fiore sente la luce! A volte siamo paralizzati dalla paura di noi stessi! L’inferno siamo noi a noi stessi, noi ci torturiamo assai di più di quanto ci torturano gli altri. Quando un uomo perde fiducia in se stesso, nella sua missione, nel suo compito è perduto. L’uomo ha bisogno di essere aiutato a credere in se stesso”.

Che cosa vuol dire essere cristiano? Curare le nostre relazioni umane. Non avere relazioni nè di comando nè di trascuratezza ma realizzare l’amicizia, far sì che tutti pensino: che buon amico! come saluta tutti! come ci parla! E come si preoccupa per una situazione triste: come va? cosa possiamo fare per affrontare questa difficoltà? Questa è la preghiera, la più bella preghiera: far sì che venga il tuo regno, il regno di pace e di giustizia, di buone relazioni” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“Questo è il cristianesimo nella sua essenza eterna: filosofia dell’amore, visione del mondo alla luce del primato dell’amore, teoria e pratica dell’amore, testimonianza che il senso della libertà è l’amore. L’autenticità dell’essere cristiano consiste in una vita che desideri amoriser le monde, per citare la bella espressione di Teilhard de Chardin…” (Vito Mancuso, da “Io e Dio”)

“Io vedo un progressivo avanzare della tecnica che sostituisce lo spengersi dell’amore, fenomeno che mi sembra avanzare velocemente. Bisogna resistere e vorrei riportare Gesù sulla Terra. Lui solo ci ha lasciato un progetto politico che è eterno nella varietà delle epoche che si succedono: amatevi come io vi ho amato, cominciate da quelli che non sono amati. Quando voi vi allontanate da questa legge troverete che la vostra esistenza diventa fredda, piena di paura, insicura. Vi attendo alla fine di questa esperienza. Io sono l’eterno amore che pazientemente vi attende” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“Questo mondo è stato pensato nell’amore e dall’amore dovrebbe essere governato” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“E’ molto comodo dire: Signore ti amo con tutte le mie forze e con tutta la mia anima, NON E’ QUESTO CHE DIO VUOLE. Il Padre ha mandato Gesù uomo sulla terra per insegnarci a diffondere l’amore tra gli uomini, e questo amore che fa scendere su di noi non dobbiamo rimandarlo indietro a Lui, dobbiamo trasmetterlo agli altri. Amare Dio vuol dire amare i fratelli, distribuire il Suo amore, renderlo efficace, moltiplicarlo. Questo è l’ideale cristiano” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

“La Chiesa fu ferocemente aggressiva quando i partiti politici manifestavano idee antireligiose, ma non è stata altrettanto saggia nel difendersi dal nemico attuale che è l’individualismo che nasce fatalmente dal collocare il denaro al primo posto. La società alla quale stiamo approdando ha perduto tutti gli ideali di convivenza e ha corroso anche il valore dell’amicizia, travolto dalla ricerca di potere economico, causando miseria e fame in misura crescente, mentre la ricchezza è nelle mani di pochi” (Arturo Paoli, piccolo fratello di Charles de Foucaluld)

 

“PERCHE’ PREGARE, COME PREGARE”
(Enzo Bianchi, priore della Comunità di Bose)

“La nostra preghiera resterà sempre una lotta per giungere ad amare di più e meglio chi vive accanto a noi, giorno dopo giorno. Per questo non dovremo mai stancarci di chiedere al Signore: Insegnaci a pregare!”

“La preghiera è un movimento di apertura alla comunione con Dio”

“La preghiera è risposta dell’uomo alla decisione prioritaria e gratuita di Dio di entrare in relazione con lui; è accoglienza e riconoscimento di una Presenza che è in noi anteriormente a ogni sforzo di esserle attenti; è un decentramento del proprio io per lasciare che l’io di Cristo dispieghi la sua vita in noi”

“Dove non è ben chiaro il primato dell’ascolto di Dio, la preghiera tende a diventare un’attività umana ed è costretta a nutrirsi di atti e formule, in cui il singolo cerca la propria soddisfazione e assicurazione: diventa l’epifania di un’arroganza spirituale, il surrogato della propria esecuzione della volontà di Dio”

“Fine della preghiera è ottenere che noi facciamo la volontà di Dio, non che Dio faccia la nostra: non le nostre preghiere trasformano il disegno di amore di Dio su di noi, ma sono i doni che Dio concede nella preghiera a trasformare noi e a metterci in sintonia con la sua volontà!” 

 

“Il crocifisso non va difeso solo quando è appeso a un muro; va adorato e custodito spendendo la vita a servizio del più povero.” “L’Italia ha tagliato l’aiuto pubblico allo sviluppo (0,15% del PIL rispetto allo 0,70% promesso)”. “Siamo in un periodo difficile, eppure nessuno è così povero da non poter essere solidale con chi è più povero di lui” (don Dante Carraro)

“Tra il dire e il fare c’è il cominciare. Quando qualcuno ti dice: ‘Ti amo’ rispondigli: ‘vediamo…'” (don Luigi Verdi)

 

PENSIERO PASQUALE

Gesù è stato risuscitato da Dio in risposta alla vita che aveva vissuto, al suo modo di vivere nell’amore fino all’estremo: potremmo dire che è stato il suo amore più forte della morte – quell’amore insegnato ai discepoli lungo tutto la sua vita e con tutte le sue forze, quell’amore divenuto così il comandamento nuovo: «Amatevi gli uni gli altri come io vi ho amati» (Enzo Bianchi, priore Comunità di Bose)

LE PERLE PREZIOSEultima modifica: 2011-12-29T00:01:00+01:00da lucianorosso

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